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Spiegazione del Credo

Credo ergo sum: spiegazione delle professioni di fede: Simbolo degli Apostoli e
Credo niceno-costantinopolitano

Seconda parte

Credo la Chiesa, una

Da questo passo del Credo possiamo notare, come si anticipava nella prima parte, l'importante cambiamento dal credo in al credo il, in questo caso la Chiesa. Dio ci vuole uniti in un'unica famiglia, come compete ai fratelli, perché tutti siano una sola cosa (Gv 17, 21.22). Questa famiglia è chiamata Chiesa, popolo che Dio convoca e raduna da tutti i confini della terra, per costituire l'assemblea di quanti, per la fede e il Battesimo, diventano figli di Dio, membra di Cristo e tempio dello Spirito Santo. La Chiesa non può essere che una, perché ha come origine e modello l'unità di un solo Dio nella Trinità delle Persone, ha come fondatore e capo Cristo, che ristabilisce l'unità di tutti i popoli in un solo corpo e come anima lo Spirito Santo, che unisce tutti i fedeli nella Comunione in Cristo. Essa ha una sola fede, una sola vita sacramentale, un'unica successione apostolica, una comune speranza e la stessa carità.

L'unica Chiesa di Cristo sussiste (subsistit in) nella Chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai Vescovi in comunione con lui. Solo per mezzo di essa si può ottenere la pienezza dei mezzi di salvezza. Le divisioni createsi lungo i secoli a causa di peccati, incomprensioni e intromissioni politiche sembrano aver fatto nascere varie "chiese", ma in realtà solo strappano e straziano l'unica Chiesa, rappresentata dalla tunica di Cristo, senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo (Gv 19, 23). Oggi, quando le derive disastrose di molte "chiese" divengono sempre più manifeste nel loro allontanarsi da Cristo, l'unica Chiesa va lentamente, ma progressivamente, recuperando la propria unità, secondo la volontà di Dio e per Sua gloria. L'unica Chiesa è anche straziata dal formarsi di "chiesuole partitiche" attorno a diversi predicatori, anche in seno alla stessa Chiesa cattolica, come già al tempo di San Paolo: Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: "Io sono di Paolo", "Io invece sono di Apollo", "Io invece di Cefa", "E io di Cristo". È forse diviso il Cristo? (1Cor 1, 12-13).

Nella Sacra Scrittura ci si riferisce alla Chiesa attraverso immagini. L'Antico Testamento privilegia quelle legate al popolo di Dio, mentre il Nuovo Testamento quelle legate a Cristo come Capo di questo popolo, che è il suo Corpo, quelle tratte dalla vita pastorale (gregge), agricola (vigna), abitativa (pietra), familiare (sposa). (CCC, 751-757, 777, 804, 816, 870).

santa cattolica e aposolica.

Tutti i membri della Chiesa sono peccatori, compreso il Pontefice. Ma la Chiesa è santa della santità di Dio, in quanto Dio Santissimo è il suo autore, Cristo ha dato Sé stesso per lei, per santificarla e renderla santificante, e lo Spirito Santo la vivifica con la carità. La santità è poi la vocazione di ogni suo membro e il fine di ogni sua attività. La Chiesa annovera al suo interno la Vergine Maria e innumerevoli Santi, quali modelli e intercessori. La santità della Chiesa è la sorgente della santificazione dei suoi figli Nonostante le umane cadute dei suoi membri, Cristo mantiene viva la Sua presenza nel suo popolo, e, perdonandolo, dimostra ancora più la propria santità.

L'unità e unicità della Chiesa genera un altro titolo che professiamo: cattolica (dal greco: καθολικός, katholikòs, universale). Cristo è capo del corpo che è la Chiesa e, in quanto Dio, presente ovunque: «Là dove è Cristo Gesù, ivi è la Chiesa cattolica» (sant'Ignazio di Antiochia). La Chiesa è inviata in missione a tutti i popoli in ogni tempo e a qualsiasi cultura questi appartengano. La Chiesa si trova ovunque gli uomini si radunino nel Nome di Cristo, secondo la Sua promessa: «Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro» (Mt 18,20). È quindi un errore voler indicare con il termine cattolico i "confini" della Chiesa di Roma, in contrapposizione ad altre denominazioni cristiane. Nel Credo il termine non pone l'accento sulle divisioni prodotte nella storia dai peccati degli uomini, bensì sulla volontà di Dio di un'unica famiglia su tutta la terra (cfr. Gv 17,20-26). «Le Chiese particolari sono pienamente cattoliche per la comunione con una di loro: la Chiesa di Roma, "che presiede alla carità"» (CCC, 834). «Ma dobbiamo ben guardarci dal concepire la Chiesa universale come la somma o, per così dire, la federazione di Chiese particolari» (Paolo VI, Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 62).

La Chiesa è apostolica perché fondata sulla testimonianza di fede dei dodici Apostoli. Essa possiede e trasmette tutta e sola la fede degli Apostoli e ad essa è affidata l'autorità divina che stava nelle mani dei Dodici. Nella Chiesa siamo edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d'angolo lo stesso Cristo Gesù (ef 2,20). (CCC, 823-831, 857, 867-869).

Professo un solo Battesimo per il perdono dei peccati.

Pur avendo avuto il dono gratuito del Battesimo da neonato e non avendo allora avuto nessuna libera e cosciente partecipazione, ora che ne possiamo apprezzare il valore vogliamo vivere il Battesimo in modo pieno e consapevole. Il Battesimo è l'atto esteriore che manifesta il cambiamento interiore del credente e il sacramento con il quale siamo costituiti membri del popolo di Dio. È Cristo stesso ad insegnarci il valore del Battesimo: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio» (Gv 3,5).

Nella professione di un solo Battesimo, il credente esprime la volontà di unirsi solo al Dio Trinità con il Battesimo dell'unica Sua Chiesa. L'esigenza di chiarire l'esistenza di un solo battesimo è per nulla superata: se è vero che nei primi secoli c'erano usanze di altri battesimi nel nome di false divinità, è vero oggi che esiste una molteplicità di falsi battesimi e ogni genere di iniziazioni che hanno la pretesa di plasmare la nostra vita: sataniche, religiose, politiche, sociali o culturali, spesso ammantate di buone parvenze. Anche ripetere il Battesimo non ha senso: sarebbe un atto di sfiducia verso Dio, mentre lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso (2Tm 2,13).

Essendo nati col peccato originale, anche i neonati hanno bisogno di essere liberati dal potere del Maligno e di essere trasferiti nel regno della libertà dei figli di Dio. Per il perdono dei peccati non servono più i sacrifici di animali o peggio di persone, come fra i pagani, né i riti magici degli atei moderni. Il perdono è possibile e Dio gode nel donarlo, quindi non cedo né alla rassegnazione né alla disperazione: non mi rassegno a restare nel peccato, né mi agito per il fatto che sono peccatore, ma sempre pentendomi ritorno al Signore, ricco di misericordia. Ogni cristiano vive di perdono.

Nell'Antica Alleanza si trovano varie prefigurazioni del Battesimo: l'acqua, fonte di vita e di morte; l'arca di Noè, che salva per mezzo dell'acqua; il passaggio del Mar Rosso, che libera Israele dalla schiavitù egiziana; la traversata del Giordano, che introduce Israele nella terra promessa, immagine della vita eterna. Nel Nuovo Testamento Gesù, all'inizio della Sua vita pubblica, si fa battezzare da Giovanni Battista nel Giordano; sulla Croce, dal Suo fianco trafitto, effonde sangue e acqua, segni del Battesimo e dell'Eucaristia; dopo la Sua Risurrezione affida agli Apostoli questa missione: «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28,19). CCC, 1217-1224, 1250).

(Simbolo degli Apostoli: la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna)

Nel Symbolum Apostolicum troviamo altre espressioni, che meritano di essere analizzare almeno brevemente per la grande importanza che hanno:
Con l'espressione comunione dei santi si vuole indicare la comune partecipazione di tutti i membri della Chiesa alle cose sante (sancta): la fede, i Sacramenti, in particolare l'Eucaristia, i carismi e gli altri doni spirituali. Tale espressione designa anche la comunione tra le persone sante (sancti), e cioè tra quanti per la grazia sono uniti a Cristo morto e risorto. Alla radice della comunione c'è la carità, che spinge il fedele a mettere tutto in comune (At 4,32).

Il primo e principale Sacramento per il perdono dei peccati è il Battesimo. Per i peccati commessi dopo il Battesimo Cristo ha istituito il Sacramento della Riconciliazione (o Penitenza), per mezzo del quale il battezzato è riconciliato con Dio. La Chiesa ha la missione e il potere di perdonare i peccati, perché Cristo stesso glielo ha conferito: Detto questo, soffiò e disse loro: "Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati" (Gv 20,22-23). Per un approfondimento sul Sacramento della Confessione, i suoi fondamenti scritturali, una breve guida pratica alla Confessione e un utile schema per l'esame di coscienza, leggi qui.

Il termine carne designa l'uomo nella sua condizione di debolezza e di mortalità, eppure la carne è il cardine della salvezza (Tertulliano): noi crediamo, infatti, in Dio creatore della carne; crediamo nel Verbo fatto carne per riscattare la carne; crediamo nella risurrezione della carne, compimento della creazione e della redenzione della carne. Con la morte, separazione dell'anima e del corpo, il corpo cade nella corruzione, mentre l'anima, che è immortale, va incontro al giudizio di Dio e attende di ricongiungersi al corpo quando, al ritorno del Signore, risorgerà trasformato. Ciò significa che lo stato definitivo dell'uomo non sarà soltanto l'anima spirituale separata dal corpo, ma che, come Cristo è veramente risorto dai morti e vive per sempre, così Egli risusciterà tutti nell'ultimo giorno, con un corpo incorruttibile, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna (Gv 5,29).

La vita eterna è quella che inizia subito dopo la morte e non ha fine. È preceduta per ognuno da un giudizio particolare ad opera di Cristo, giudice dei vivi e dei morti, e sarà sancita dal Giudizio finale (CCC, nn. 946-962, 976, 980-987, 990, 998, 1002-1003, 1015, 1020, 1051).

Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà.

L'ultima frase del Simbolo niceno-costantinopolitano elenca le speranze e le attese del cristiano per il futuro che viene dopo e oltre la morte. Ciò che attende il cristiano non è uno scomparire nell'oblio di una carne morta e neppure la perdita dell'Io personale di ogni cristiano in un indefinito svanire in Dio, bensì una risurrezione che aprirà alla vita più vera e al godimento dell'eterno tesoro. È questo che ci fa ritenere questa terra un luogo di pellegrinaggio e di attesa della patria. Questa attesa mi fa vivere con gioia, e mai con ignavia, il tempo presente: Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, 9mentre raggiungete la mèta della vostra fede (1Pt 1,8-9).

Questa attesa deve altresì condurre l'uomo a vivere con responsabilità i suoi giorni, perché tutti renderanno conto a colui che è pronto a giudicare i vivi e i morti (1Pt 4,5). La vita eterna è dunque dono di Dio, dono di consolazione e di responsabilità, che fa crescere in me serietà e serenità, per lo sviluppo di una vita umana veramente completa, in antitesi con la vita di coloro che rifiutano questo dono, caratterizzata da un grande vuoto di valori e da una grande disperazione di fondo, percepita e vissuta più o meno consapevolmente, ma per questo non meno presente.

Dopo il giudizio finale, lo stesso universo, liberato dalla schiavitù della corruzione, parteciperà alla gloria di Cristo con l'inaugurazione di nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia (2Pt 3,13). Sarà così raggiunta la pienezza del Regno di Dio, ossia la realizzazione definitiva del disegno salvifico di Dio e Dio allora sarà «tutto in tutti» (1Cor 15,28).

Amen.

La parola ebraica Amen, che conclude anche l'ultimo libro della Sacra Scrittura, alcune preghiere del Nuovo Testamento e quelle liturgiche della Chiesa, significa il nostro «sì» fiducioso e totale a quanto abbiamo professato di credere, fidandoci totalmente di Colui che è l'Amen, il Testimone degno di fede e veritiero, il Principio della creazione di Dio (Ap 3,14): Cristo Signore (CCC, nn. 1042-1050, 1060-1065).

Spiegazione del Credo: prima parte

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Nello schema, modellato come un triangolo equilatero, è possibile leggere come Dio Padre (Pater) non sia (non est) il Figlio, né lo Spirito Santo, e così via secondo gli altri rapporti; ma vi si legge anche che ognuno fra Dio, il Figlio e lo Spirito Santo è (est)Dio (Deus), hanno cioè la stessa natura divina (tutte le tre persone della Trinità possiedono la divinità, ma non sono tre diversi déi, bensì le Tre Persone dell'Unico Dio).

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