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Storia del Credo (Symbolum)

Cenni storici sulle professioni di fede: Simbolo degli Apostoli e
Credo niceno-costantinopolitano

Il Credo o Simbolo della fede o professione di fede è una sintesi della fede cristiana che ne enuncia e riassume gli elementi fondamentali. Le professioni di fede più note e diffuse nella Chiesa cattolica sono il Simbolo Apostolico (Symbolum Apostolicum), risalente al II-III secolo e fatto risalire per composizione sino agli Apostoli, e il Simbolo Niceno-Costantinopolitano (Symbolum Nicænum Costantinopolitanum), codificato dopo i Concili di Nicea (325) e di Costantinopoli (381). Il nome comune di Credo, forse il più utilizzato per riferirsi a queste esposizioni, viene usato perché questa è la prima parola di tutte le professioni di fede.

Ognuno di essi infatti serve non tanto come istruzione, ma come professione. I contenuti di questa professione sono le verità della fede cristiana: tutte sono radicate in questa prima parola "credo" (Giovanni Paolo II, Udienza generale del 13 marzo 1985).

Un Simbolo di riconoscimento

Meno diffuso è invece l'uso del termine simbolo per riferirsi a queste preghiere. La parola simbolo deriva dal greco σύμβολον, sýmbolon, con il significato di segno di riconoscimento. Era pratica diffusa fra coloro che stipulavano un contratto o un accordo scambiarsi un "simbolo", spesso una moneta o un sigillo spezzati, conservandone un pezzo ciascuno (al modo della mezza carta da gioco tagliata in modo singolare lasciata dalla madri insieme ai figli esposti presso la ruota nell'Europa dei secoli scorsi). I due pezzi dell'oggetto, gli unici che potessero combaciare perfettamente, avrebbero fornito ai contraenti (ma sovente ai loro eredi) la garanzia di riconoscersi in futuro. Ognuno di questi due pezzi veniva detto simbolo. Da ciò derivano i Simboli cristiani come professione di fede e come segno di riconoscimento fra le prime comunità cristiane, formule dottrinali brevi, facili e precise, che dovevano servire a "riconoscersi" come comunità e a mantenere l'uniformità della fede.

Le origini bibliche

Già nell'Antico Testamento è presente il cosiddetto Credo deuteronomistico (Dt 26, 5-9) e anche il Nuovo Testamento riporta molte professioni di fede. La più antica formula neotestamentaria rinvenibile era quella usata dall'eunuco della Regina di Etiopia («Io credo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio». At 8, 37), ma nella versione CEI 2008 del testo biblico il versetto viene omesso, in quanto esso risulterebbe un'antica aggiunta, presente in particolare nel testo "occidentale", ma assente nei manoscritti più autorevoli.

Sia il Simbolo Apostolico che il Simbolo di Nicea-Costantinopoli hanno valore dogmatico e vivono in uno stretto rapporto con le Sacre Scritture, evidenziando ciò che costituisce il cuore del messaggio biblico, vetero e neotestamentario. Lo stesso Catechismo della Chiesa Cattolica assume il Simbolo Apostolico, che rappresenta, per così dire, "il più antico catechismo romano" (CCC, n. 196), come base della propria esposizione, pur ampliando la trattazione facendo costante riferimento al Simbolo di Nicea-Costantinopoli.

Conoscere le preghiere: spiegazioni, meditazioni e commenti

Schema della relazione trinitaria fra Padre, Figlio e Spirito Santo

Schema semplificato della relazione trinitaria fra Padre, Figlio e Spirito Santo

Schema della relazione trinitaria fra Padre, Figlio e Spirito Santo e sua spiegazione, realizzati sulla base del Simbolo atanasiano (Quicumque vult). Attribuito a Sant'Atanasio (IV sec.) e affine alla teologia di sant'Ambrogio di Milano, fu utilizzato per combattere l'eresia ariana, negante la divinità di Cristo.

Nello schema, modellato come un triangolo equilatero, è possibile leggere come Dio Padre (Pater) non è (non est) il Figlio, né lo Spirito Santo, e così via secondo gli altri rapporti; ma vi si legge anche che ognuno fra Dio, il Figlio e lo Spirito Santo è (est) Dio (Deus): tutte le tre persone della Trinità hanno cioè la stessa natura divina, possiedono la divinità, ma non sono tre diversi déi, bensì le Tre Persone dell'Unico Dio.