Vergine del Santo Rosario,
Madre del Redentore,
donna della nostra terra
innalzata al di sopra dei cieli,
umile serva del Signore
proclamata Regina del mondo,
dal profondo delle nostre miserie
noi ricorriamo a Te.
Con fiducia di figli guardiamo il tuo viso dolcissimo.
Coronata di dodici stelle,
tu ci porti al mistero del Padre,
tu risplendi di Spirito Santo,
tu ci doni il tuo Bimbo divino, Gesù,
nostra speranza, unica salvezza del mondo.
Porgendoci il tuo Rosario
tu ci inviti a fissare il Suo volto.
tu ci apri il Suo cuore,
abisso di gioia e di dolore, di luce e di gloria,
mistero del figlio di Dio, fatto uomo per noi.
Ai tuoi piedi sulle orme dei Santi
ci sentiamo famiglia di Dio.
Madre e modello della Chiesa,
tu sei guida e sostegno sicuro.
Rendici un cuor solo e un'anima sola,
popolo forte in cammino verso la patria del cielo.
Ti consegniamo le nostre miserie,
le tante strade dell'odio e del sangue,
le mille antiche e nuove povertà
e soprattutto il nostro peccato.
A te ci affidiamo,
Madre di Misericordia:
ottienici il perdono di Dio,
aiutaci a costruire un mondo secondo il tuo cuore.
O Rosario benedetto di Maria,
catena dolce che ci annoda a Dio,
catena d'amore che ci fa fratelli,
noi non ti lasceremo mai più.
Nelle nostre mani sarai arma di pace e di perdono,
stella del nostro cammino.
E il bacio a te con l'ultimo respiro
ci immergerà in un'onda di luce,
nella visione della Madre amata e del Figlio divino,
anelito e gioia del nostro cuore
con il Padre e lo Spirito Santo.
Amen.
Segno della Croce Amen.
O Augusta Regina delle Vittorie,
o Sovrana del Cielo e della Terra,
al cui nome si rallegrano i cieli e tremano gli abissi,
o Regina gloriosa del Rosario,
noi devoti figli tuoi,
raccolti nel tuo Tempio di Pompei [in questo giorno solenne 1],
effondiamo gli affetti del nostro cuore
e con confidenza di figli
ti esprimiamo le nostre miserie.
Dal Trono di clemenza,
dove siedi Regina,
volgi, o Maria,
il tuo sguardo pietoso su di noi,
sulle nostre famiglie,
sull'Italia, sull'Europa, sul mondo.
Ti prenda compassione degli affanni e dei travagli
che amareggiano la nostra vita.
Vedi, o Madre, quanti pericoli nell'anima e nel corpo,
quante calamità ed afflizioni ci costringono.
O Madre, implora per noi misericordia dal tuo Figlio divino
e vinci con la clemenza il cuore dei peccatori.
Sono nostri fratelli e figli tuoi che costano sangue al dolce Gesù
e contristano il tuo sensibilissimo cuore.
Mostrati a tutti quale sei,
Regina di pace e di perdono.
È vero che noi, per primi, benché tuoi figli,
con i peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù
e trafiggiamo nuovamente il tuo cuore.
Lo confessiamo:
siamo meritevoli dei più aspri castighi,
ma Tu ricordati che, sul Golgota,
raccogliesti, col Sangue divino,
il testamento del Redentore moribondo,
che ti dichiarava Madre nostra,
Madre dei peccatori.
Tu dunque,
come Madre nostra,
sei la nostra Avvocata, la nostra speranza.
E noi, gementi, stendiamo a te le mani supplichevoli,
gridando: Misericordia!
O Madre buona,
abbi pietà di noi, delle anime nostre,
delle nostre famiglie, dei nostri parenti,
dei nostri amici, dei nostri defunti,
soprattutto dei nostri nemici
e di tanti che si dicono cristiani,
eppur offendono il Cuore amabile del tuo Figliuolo.
Pietà oggi imploriamo per le Nazioni traviate,
per tutta l'Europa, per tutto il mondo,
perché pentito ritorni al tuo Cuore.
Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia!
Degnati benevolmente, o Maria, di esaudirci!
Gesù ha riposto nelle tue mani
tutti i tesori delle Sue grazie e delle Sue misericordie.
Tu siedi, coronata Regina,
alla destra del tuo Figlio,
splendente di gloria immortale su tutti i Cori degli Angeli.
Tu distendi il tuo dominio
per quanto sono distesi i cieli,
e a te la terra e le creature tutte sono soggette.
Tu sei l'onnipotente per grazia,
Tu dunque puoi aiutarci.
Se tu non volessi aiutarci,
perché figli ingrati ed immeritevoli della tua protezione,
non sapremmo a chi rivolgerci.
Il tuo cuore di Madre non permetterà di vedere noi,
tuoi figli, perduti.
Il Bambino che vediamo sulle tue ginocchia
e la mistica Corona che miriamo nella tua mano,
ci ispirano fiducia che saremo esauditi.
E noi confidiamo pienamente in te,
ci abbandoniamo come deboli figli
tra le braccia della più tenera fra le madri,
e, oggi stesso, da te aspettiamo le sospirate grazie.
Chiediamo la benedizione a Maria
Un'ultima grazia noi ora ti chiediamo, o Regina,
che non puoi negarci [in questo giorno solennissimo 1].
Concedi a tutti noi l'amore tuo costante
e in modo speciale la materna benedizione.
Non ci staccheremo da te
finché non ci avrai benedetti.
Benedici, o Maria,
in questo momento il Sommo Pontefice.
Agli antichi splendori della tua Corona,
ai trionfi del tuo Rosario,
onde sei chiamata Regina delle Vittorie,
aggiungi ancor questo, o Madre:
concedi il trionfo alla Religione
e la pace alla umana Società.
Benedici i nostri Vescovi,
i Sacerdoti
e particolarmente tutti coloro che zelano
l'onore del tuo Santuario.
Benedici infine tutti gli associati al tuo Tempio di Pompei
e quanti coltivano e promuovono la devozione al Santo Rosario.
O Rosario benedetto di Maria,
Catena dolce che ci rannodi a Dio,
vincolo di amore che ci unisci agli Angeli,
torre di salvezza negli assalti dell'inferno,
porto sicuro nel comune naufragio,
noi non ti lasceremo mai più.
Tu ci sarai conforto nell'ora di agonia,
a te l'ultimo bacio della vita che si spegne.
E l'ultimo accento delle nostre labbra
sarà il nome tuo soave,
o Regina del Rosario di Pompei,
o Madre nostra cara,
o Rifugio dei peccatori,
o Sovrana consolatrice dei mesti.
Sii ovunque benedetta, oggi e sempre,
in terra e in cielo.
Amen.
Note:
[1] pronunciato nelle solennità dell'8 maggio e della prima Domenica di ottobre.
Icona della Beata Vergine del santo Rosario venerata nel santuario di Pompei. Al centro, la Vergine in trono con Gesù Bambino in braccio. Ai suoi piedi, i santi Domenico e Caterina da Siena. La Vergine porge con la mano sinistra la corona del santo Rosario a santa Caterina, mentre Gesù la porge a san Domenico.
Il beato Bartolo Longo, apostolo del santo Rosario, fondatore del santuario della Beata Vergine di Pompei. In gioventù fu anticlericale e aderente al movimento spiritista e satanista. Abbandonata questa vita a causa di una crisi spirituale e fisica, si convertì profondamente e si accostò all'Ordine domenicano e ai poveri di Napoli e Pompei, città nella quale giunse come avvocato ed esattore nel 1872. È stato riconosciuto beato da Giovanni Paolo II il 26 ottobre 1980.